AMARCORD - LA BARI BATTE IL MILAN A SAN SIRO NONOSTANTE L'INFORTUNIO DEL PORTIERE!
- Mauro Solazzo
- 4 giu 2020
- Tempo di lettura: 5 min
30 aprile 1961: contro il Milan di Liedholm e Altafini, i biancorossi fanno l'impresa, negando così di fatto la gioia dello scudetto ai rossoneri. Il tutto con il portiere Magnanini infortunato e l'attaccante Virgili in porta per oltre un tempo...

30/04/1961, Milan-Bari 1-3 - E' il 71' e Biagio Catalano, dopo una splendida serpentina, batte Ghezzi segnando il gol decisivo.
Quando il Bari, a sei giornate dalla fine del campionato di Serie A 1960/61, si presentò a San Siro per affrontare il Milan che lottava punto a punto con la Juventus per la conquista del tricolore, tutti lo dettero per spacciato sin dalla vigilia. Una sorta di vittima sacrificale sul cammino che avrebbe dovuto condurre i rossoneri verso il successo in campionato. Nemmeno i tifosi accorsi dalla Puglia, più per il gusto di una gita che per un reale obiettivo, credevano che il miracolo potesse realizzarsi. A leggere le formazioni (che potrete ripercorrere nel tabellino in calce all'articolo, n.d.r.), poi, ogni ragionevole dubbio non poteva che essere fugato.
E invece, quel pomeriggio del 30 aprile 1961, segnò la data di un'impresa memorabile per i colori biancorossi e l'inizio della resa per quelli rossoneri, che di li a poco avrebbero alzato bandiera bianca in campionato nei confronti dei rivali bianconeri juventini.
Prologo
Il Bari era reduce da tre risultati utili consecutivi: vittoria in casa contro l'Udinese, pareggio a Padova e successo al Della Vittoria contro il Napoli. Tuttavia, era un Bari che, fino ad allora, si era dimostrato incapace di fare punti in trasferta: solo tre miseri pareggi e tutti ottenuti nel girone di ritorno. La classifica deficitaria era soprattutto figlia di questa carenza. Dall'altra parte, il Milan era forte di sei risultati utili consecutivi e, soprattutto, della doppia vittoria tra andata e ritorno contro i rivali della Juventus, che avevano rafforzato nei rossoneri la consapevolezza delle concrete chance di vittoria nel massimo campionato. Era ancora il Milan di Nils Liedholm (che a fine stagione appenderà le scarpe al chiodo) ma era anche già il Milan del gioiellino Gianni Rivera, prelevato in estate dall'Alessandria, di cui si diceva un gran bene; con in più, in attacco, un Josè Altafini letteralmente incontenibile.
Uno-due sorprendente
Il Bari aveva vinto a Milano, in precedenza, in una sola occasione: nel 1942, grazie ad una doppietta del barese Severino Cavone. Era dunque tempo di provare a bissare quel successo, anche per ridare linfa ad una classifica precaria. I biancorossi, schierati molto compatti dal tecnico Luis Carniglia (che percepiva un cospicuo stipendio da un milione al mese!), partono arroccati attorno alla mediana Seghedoni - Tagnin - Mazzoni, in maniera gagliarda, senza disdegnare all'occasione il contropiede; il Milan, dal canto suo, attacca come da copione, senza tuttavia prendere d'assedio il bunker barese, quasi in attesa del momento giusto per colpire. E invece a colpire è proprio il Bari: Raul Conti (rientrato da poco dall'infortunio per l'entrata impunita "da codice penale" proprio del milanista Sandro Salvadore) sbroglia una matassa sulla tre quarti barese ed apre per l'inserimento di Tagnin; il biondo mediano, piazza una accelerazione di trenta metri, poi apre a sinistra per lo smarcato Bruno Cicogna, che di prima di sinistro scarica un rasoterra a fil di palo imprendibile per il portiere Ghezzi. E' il 28' e il Bari è inaspettatamente in vantaggio. Il Milan è frastornato e, prima di potersene rendere conto, cade per la seconda volta: è il 36' quando Catalano tocca una punizione dal limite per Virgili, il cui sinistro lascia di stucco Ghezzi e si infila sotto la traversa.

30/04/1961, Milan-Bari 1-3 - Il portiere Magnanini mentre anticipa Galli del Milan (contrastato da Giovanni Romano). Sul finire del primo tempo dovrà lasciare il posto tra i pali all'attaccante Virgili per un infortunio.
L'infortunio a Magnanini
La giornata perfetta del Bari rischia di essere rovinata dall'infortunio del portiere Magnanini, occorso sul finire del primo tempo, in uno scontro di gioco. La spalla destra del portiere è malconcia, Luis Carniglia gli ordina di lasciare il campo e tornare negli spogliatoi. E' ancora lontana l'era della sostituzione con il "dodicesimo", che sarà introdotta solo dai mondiali di Mexico 70, e Magnanini non ha nessuna intenzione di lasciare la propria squadra in dieci uomini: si fa fasciare il braccio assicurandolo al petto, cede la sua maglia all'attaccante Virgili e si va a posizionare all'ala destra, quella che in quegli anni era definita "la posizione dello zoppo". Il primo tempo si conclude senza altre emozioni.
Virgili paratutto
Nella ripresa il Milan, finalmente ripresosi dalla botta del doppio svantaggio, si getta a capofitto all'assalto del fortino barese. Deve fare i conti, però, con una difesa determinatissima a spazzare ogni pallone dall'area di rigore e, soprattutto, con un sorprendente Virgili paratutto, anche spericolato in alcune uscite in anticipo su Altafini e soci.
Il portiere improvvisato viene battuto dalla sfortunata deviazione di Seghedoni, sul violento tiro di Liedholm, che vale il gol dell'1-2. E' il 51' e per il Milan ci sarebbe tutto il tempo di raddrizzare le sorti dell'incontro.

30/04/1961, Milan-Bari 1-3 - Virgili, in versione portiere, anticipa in uscita Josè Altafini (archivio Antonucci)
Catalano show
Ma il Bari non si lascia demoralizzare dal punto subito. Continua a battersi strenuamente, se pur in maniera corretta e leale, su ogni pallone. Il Milan ci prova a più riprese e il Bari, penalizzato dalla menomazione dell'attacco (Magnanini, per timore di contrasti dolorosi, si limita solo a toccare palloni di prima), non sembra in grado di ripartire pericolosamente. Ma quando il pareggio sembra materializzarsi all'orizzonte, sale in cattedra Biagio Catalano, astro nascente del calcio barese, che di lì a breve sarà definito dalla stampa "il Sivori del Sud". Il numero otto parte in progressione, saltando in serpentina i centrocampisti e i difensori del Milan, si presenta davanti a Ghezzi e lo beffa con una finta, depositando il pallone alle sue spalle per la terza volta. Mancano meno di venti minuti alla fine e il Milan, questa volta, sembra non avere più le forze di ripartire. I biancorossi, mano a mano che ci si avvicina al novantesimo, sentono l'impresa materializzarsi. Al fischio finale, i giocatori festeggiano come se avessero vinto il campionato, con Magnanini e Virgili portati letteralmente in trionfo.
Partita fatale per entrambe
La sconfitta peserà come un macigno sulla stagione del Milan. Che, dopo sette giorni, dimostrerà di non aver ancora smaltito l'inattesa batosta, cadendo anche a Firenze e abbandonando definitivamente ogni sogno di gloria, in ottica scudetto. Anche il Bari sarà travolto dalla sbornia del successo e l'inopinata sconfitta interna successiva, per mano del Catania, comprometterà il cammino verso la salvezza, complicato ulteriormente dal "caso Tagnin", presunto illecito scoppiato a riguardo della partita Lazio-Bari (finita 1-0 per i pugliesi), che peserà sullo svolgimento degli spareggi salvezza, chiusi senza successi contro Lecco e Udinese. Al Bari, ancora una volta, non resterà che ricominciare dalla Serie B, in quello che rappresenterà uno dei tanti capitoli della controversa storia della "squadra ascensore".

30/04/1961, Milan-Bari 1-3 - La Gazzetta del Mezzogiorno celebra il successo. Nella foto, Magnanini (col braccio fasciato) abbracciato da Raul Conti; alla loro sinistra, Seghedoni (nr. 6) e Catalano. (archivio Antonucci)
IL TABELLINO DELLA GARA
Milano, 30 aprile 1961, Stadio San Siro
MILAN- BARI 1-3
Marcatori: 23' Cicogna (B), 36' Virgili (B), 58' aut. Seghedoni (M), 71' Catalano (B)
MILAN: Ghezzi, Trebbi, Salvadore, Maldini, Ronzon, Trapattoni, Altafini, Rivera, Galli, Liedholm, Vernazza - All.: Paolo Todeschini.
BARI: Magnanini, Baccari, Romano, Mazzoni, Tagnin, Seghedoni, Montico, Catalano, Virgili, Raul Conti, Cicogna - All.: Luis Carniglia. ARBITRO: sig. Concetto Lo Bello da Messina SPETTATORI: 45.000 circa.
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