ANGELO FRAPPAMPINA, IL «FACCHETTI DEL SUD»
- Mauro Solazzo
- 27 mag 2020
- Tempo di lettura: 5 min
A tratti devastante sulla fascia sinistra, a cavallo degli anni Settanta ed Ottanta divenne un idolo incontrastato dei tifosi baresi. Con il Bari ha solo sfiorato l'ascesa verso il palcoscenico della Serie A...

Angelo Frappampina in azione con la maglia del Bari 1981/82, quello che sfiorò la promozione in Serie A. Nasce a Bari Vecchia il 10 febbraio 1956.
Oggi voglio dedicare un capitolo a sé ad uno dei giocatori più travolgenti che ho potuto ammirare in maglia biancorossa, in quasi cinquant'anni di Bari. Parlo di ANGELO FRAPPAMPINA, barese della città vecchia classe 1956, che a Bari è sinonimo di terzino sinistro. Quando si parla di Frappampina, infatti, si parla di quello che, con tutta probabilità, è stato il più grande terzino sinistro della storia del Bari. Forse al suo pari potremmo elevare il solo Robert Jarni, se non fosse che Frappampina ha dalla sua il pedigree di purosangue barese e una più lunga militanza in biancorosso.
Eredità pesante L'esordio di Frappampina avviene nel campionato 1974/75, per merito di Angelo Pirazzini, allenatore confermato nonostante la fallimentare retrocessione in Serie C dell'anno precedente, peraltro con una squadra dai nomi altisonanti (Mancini, Butti e Casarsa, solo per citarne alcuni). E' il 23 marzo 1975, la partita è Bari - Siracusa, terminata sul 2-2, e Frappampina ha ventun'anni. Il campionato, giocato in maniera tirata punto a punto col fortissimo Catania (che alla fine prevarrà per un punto), non regalerà la agognata promozione; nello scorcio finale dello stagione, il giovane prodotto del vivaio riuscirà a racimolare 8 gettoni di presenza.
Da quel momento, la sua ascesa in biancorosso sarà lenta ma inesorabile: nella stagione successiva, 1975/76, le presenze diventeranno 18. Il Bari farà i conti con una stagione davvero deludente, durante la quale saranno esonerati Pirazzini prima e Gianni Seghedoni poi. Frappampina, tuttavia, con le sue qualità, fatte di corsa e fisicità, guadagnerà posizioni nelle gerarchie dell'allenatore di turno, scalzando lentamente Aurelio Galli, reduce (con Spimi) dell'ultima stagione giocata dal Bari in Serie A, quella del torneo 1969/70. Il ragazzo di Bari Vecchia, si apprestava dunque a raccogliere una pesante eredità.
Affermazione
Dopo due promozioni fallite, era giunto il tempo di tornare in Serie B. Il presidente, prof. Angelo De Palo, affidava a "Core de' Roma" Giacomino Losi il compito di allestire una squadra vincente: proprio dalla Roma veniva acquistato in comproprietà con diritto di riscatto il centravanti Nico Penzo, che avrebbe dovuto far dimenticare i fallimenti precedenti, in zona gol, di Florio e Tivelli. Nella rivoluzione rientrò anche Galli, ceduto (con Spimi) al Brindisi: la maglia numero 3, a Bari, aveva ormai un nuovo padrone in Angelo Frappamina. Il cammino del Bari, non senza qualche momento di difficoltà, è trionfante, grazie anche all'esplosione di Frappampina, sempre titolare dalla prima giornata di campionato (alla fine saranno 37 le presenze). Il grande Gianni Antonucci, nel suo "Bari 90 Anni", lo definisce un leone.

Angelo Frappampina, in alto al centro, con la fascia di capitano nella stagione 1979/80. Allo Stadio della Vittoria era chiamato anche "Freccia del Sud", al pari del grande Pietro Mennea. (archivio Antonucci)
In Serie B nell'era Matarrese
Il Bari dunque era riapprodato in Serie B, ma era rimasto orfano del suo presidente: la sera del 2 agosto 1977, infatti, un ictus coglieva il "ginecologo volante" Angelo De Palo, che si sarebbe spento al "Gemelli" di Roma dopo sette giorni di coma. Dopo settimane di trattative, il Bari sarebbe finito nelle mani dei Matarrese (con l'aiuto di Liborio Mincuzzi) e la continuità, così, garantita. Losi, riconfermato, era intanto stato affiancato da Carlo Regalia, tornato a Bari nel ruolo di direttore sportivo. E' l'anno della "P-2 del Bari", ovvero gli attaccanti Nico Penzo e Stefano Pellegrini. Ma anche l'anno dello scriteriato esonero di Losi e dell'ingaggio del giovane ed inesperto Mario Santececca. Tutto quello che ruota attorno al Bari, però, sembra non scalfire minimamente Frappampina: il terzino è oramai un caposaldo della squadra e, a testimonianza di ciò, alla fine della stagione 1977/78 risulterà il più presente in campo, con 37 gettoni accumulati, condite anche da un gol.
L'anno successivo sarà forse il più difficile, tra quelli con Frappampina protagonista. Alla campagna acquisti di ottimo livello, farà da contraltare la conferma di Santececca prima e la scelta di sostituirlo con Giulio Corsini poi. Alla fine il Bari sarà traghettato ad una sofferta salvezza da un giovane allenatore, Enrico Catuzzi, già tecnico della Primavera. Tre allenatori in un campionato danno il senso del dissesto tecnico, dovuto molto all'inesperienza di Regalia nel nuovo ruolo di diesse. Tuttavia Frappampina disputa una buona stagione personale, confermandosi affidabile nel suo ruolo, nonostante il tourbillon di cambi in panchina, ogni tanto, lo coinvolgano nelle scelte mal ponderate dei mister: 28 presenze per lui, al termine del campionato.
Serie A solo sfiorata col Bari
Nel campionato 1979/80, il Bari è affidato finalmente ad un tecnico di sicuro affidamento. Si tratta del salentino Antonio "Mimmo" Renna, l'artefice della promozione de "l'Ascoli dei record" di qualche anno prima. E' un Bari che si presenta ai nastri di partenza con non poco velate ambizioni. Ma la stagione sarà pesantemente condizionata dagli infortuni dei due attaccanti Giacomo Libera e Luciano Gaudino, che dovranno stare a lungo fermi, lasciando le sorti dell'attacco nei piedi di Vincenzo Chiarenza (che prima punta non era). Purtroppo anche Frappampina sarà coinvolto da problemi ad un ginocchio e non riuscirà a dare il suo solito contributo: solo 14 presenze per lui, alla fine del campionato.
Meglio, andrà nelle due stagioni successive. Nella prima, 1980/81, si metterà a disposizione dei "gemelli del gol" Maurizio Iorio e Aldo Serena (dieci gol a testa per loro), con le sue sgroppate a tutta fascia ed i suoi cross taglienti. Sarà soprattutto la cura Catuzzi (chiamato per la seconda volta a risolvere i problemi tecnici) a rigenerarlo: si conteranno 25 presenze in campionato. L'anno dopo, 1981/82, Frappampina prenderà per mano il "Bari dei baresi", creato dall'estro del mentore Enrico Catuzzi, e lo sospingerà fino a lambire una promozione in Serie A che sarebbe stata più che meritata, se non fosse stato per lo scippo di Pisa (gol inspiegabilmente annullato a Iorio all'85' dall'arbitro Agnolin). Il Bari gioca benissimo (anche la stampa nazionale se ne occupa) in questo campionato e Frappampina, oramai definito "il Facchetti del Sud", è uno dei trascinatori della squadra (nonostante qualche problema al solito ginocchio) con i suoi 27 gettoni di presenze e un gol.
Cessione contestata dai tifosi
Al termine di quella stagione, Frappampina sarà ceduto al Bologna, fra i tumulti della piazza. La sua cessione e quella di Iorio (che finirà alla Roma, dove parteciperà alla vittoria del secondo scudetto giallorosso) saranno tra le cause determinanti della successiva rovinosa retrocessione in Serie C. Frappampina poi assaporerà il gusto della Serie A, nel 1983, quando (a ventotto anni) sarà prelevato dal Napoli dell'era pre-maradoniana, disputando 27 partite e segnando, ad Udine, un gol decisivo e fondamentale per la stagione partenopea. Ma questa è un'altra storia. Negli occhi dei baresi, vive il ricordo delle sue tante scorribande e dei suoi cross, accumulate nel corso delle 193 presenze complessive (con 6 reti) in maglia biancorossa, in otto anni consecutivi, dal 1975 al 1982. Un "cavallo pazzo" della fascia che, quando partiva palla al piede, era capace di trasformare lo Stadio della Vittoria in una Plaza de Toros. La sua bravura ha portato gli allenatori, in alcune occasioni di emergenza, a schierarlo persino da ala destra. Frappampina, in definitiva, è stato una gioia per gli occhi di chi ha potuto vederlo giocare e le sue virtù sopravviveranno nella memoria, per sempre, al logorìo del tempo che passa, come è giusto che sia per tutti i grandi calciatori come lui.
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