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RAFFAELE COSTANTINO, IL «REUCCIO DELLA CORTE DI BARI»

  • Immagine del redattore: Mauro Solazzo
    Mauro Solazzo
  • 9 mag 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Il popolare "Faiele" è una iconica figura del calcio barese: fu il primo biancorosso a vestire la maglia della Nazionale, il primo a farlo da calciatore di Serie B. Da allenatore, poi, ha contribuito al 7° posto del 1946/47.

Raffaele Costantino, per tutti semplicemente "Faiele": la stampa degli anni Trenta lo incoronò "Reuccio della Corte Barese".

Il suo nome, ai più, probabilmente non dirà nulla. Forse perché con il passare degli anni, il ricordo delle sue gesta tende sempre più a sbiadirsi. Eppure quando si parla di RAFFAELE COSTANTINO, si parla della Storia stessa del Bari Calcio, una Storia con la esse maiuscola; una storia che durerà quasi trent'anni, spesi come calciatore prima e come allenatore poi. Il popolarissimo Faiele nasce a Bari il 14 giugno 1907, da famiglia facoltosa, che non guarda malevolmente coloro che si divertissero a prendere a calci un pallone (cosa rara per l'epoca). E così, tra un calcio ed un altro, si ritrova quindicenne già a far parte della squadra del Liberty, che in quegli anni (siamo nel 1922) divide con l'Ideale le sorti del calcio barese. Il suo esordio avvenne precocemente a 16 anni, l'11 novembre 1923 a Taranto, contro l'Audace (3-0 per i padroni di casa). All'epoca è soltanto, per tutti, Faiele: l'appellativo di "Reuccio della Corte di Bari" verrà molto tempo dopo, attribuitogli dal giornalista della Gazzetta dello Sport Bruno Righi.

"Il Liberty gli fece un grosso regalo il giorno in cui, per tentar la scalata alla Divisione Nazionale, acquistò un giocatore ungherese, quell'Haidù (Hajdu, n.d.r.) che anche come allenatore giovò molto al Bari. Haidù si schierò alla mezz'ala, al fianco di «Faele», e servì da trampolino di lancio ideale per il biondo giocatore, smanioso di farsi onore." (da "Il Calcio Illustrato", 1935)

Gli esordi

In questa prima stagione, Faiele colleziona soltanto otto presenze, senza riuscire ad andare a referto. E' certamente ancora acerbo, nel suo ruolo di ala destra. Gioca poco, ma studia molto compagni ed avversari. E cresce. Dodici mesi dopo il suo esordio, Costantino si prende una bella rivincita sull'Ideale, che l'anno prima era arrivato alle semifinali interregionali a discapito dei banco-blu, grazie soprattutto ai successi nei due scontri diretti. Sul "neutro" di Taranto (per motivi di ordine pubblico), la Liberty vince per 4-1 e Costantino sigla addirittura due gol (al 9' e al 54'), i primi della sua memorabile carriera: è il 27 novembre 1924 e Faiele ha ancora 17 anni e 5 mesi. Quel Liberty concluderà in testa con la Pro Italia Taranto, ma lo spareggio gli sarà fatale per l'accesso alle semifinali interregionali.

Frattanto, Raffaele Costantino continua a crescere e a migliorare la tecnica grazie all'ungherese Hajdu, compagno di squadra sempre prodigo di consigli che l'allievo, sorprendentemente, dimostra di far suoi molto rapidamente. Il campionato 1925/26 lo vedrà andare a segno 10 volte, trascinando finalmente la squadra alle semifinali interregionali.


Ascesa verso la ribalta

Intanto la Liberty aveva inaugurato il nuovo "Campo degli Sports" e si accingeva a riprendere la denominazione di BARI FBC. Costantino, quasi ventenne, è un calciatore abbastanza maturo, una certezza per la propria squadra. Liberty e Ideale vengono entrambe ammesse alla nuova 1ª Divisione della Lega Sud del 1926/27. La squadra bianco-blu sarà un'autentica mattatrice, contendendo alla Lazio a lungo il primato in classifica (chiuderà solo un punto dietro). Costantino andrà a segno in 10 occasioni, accrescendo la sua fama a livello nazionale. L'anno successivo, campionato 1927/28, è quello in cui il Bari assorbe le ceneri della fallita Ideale. Il campionato del Bari è esaltante e si chiude in bellezza all'ultima giornata, con il successo sulla Fiorentina seconda (5-3). Il Bari è così promosso in Divisione Nazionale, 20 anni dopo la fondazione. Costantino, con 11 gol, è il miglior marcatore della squadra. Di lui oramai si occupa anche la stampa estera e le sue gesta giungono anche in Sud America, grazie ad una tournée alla quale partecipa in prestito al Bologna.


Esordio in Nazionale A giocando in Serie B

Approdato in Divisione Nazionale, il Bari assumeva i colori della città (il bianco e il rosso). La stagione 1928/29 sarà ricordata anche per l'esordio di Costantino in Nazionale B: è il 7 aprile 1929 (Grecia-Italia 1-4) e Faiele non ha ancora 22 anni. Il Bari, nonostante i 16 gol di Costantino, conclude tredicesimo su sedici squadre e viene assorbito nella costituenda Serie B. Ciò però non impedisce al Reuccio di esordire in Nazionale A: è il 1° dicembre 1929, l'Italia a Milano batte il Portogallo per 6-1 e Costantino, pur non segnando, gioca una gara sublime, sfornando passaggi decisivi ai compagni d'attacco. Alla fine saranno 23 le gare complessive in Nazionale A dell'ala destra (le prime 6 da giocatore del Bari in Serie B), con un bottino di 8 reti. Memorabile resterà la partita del 22 giugno 1930, a Bologna (Italia-Spagna 2-3), quando sarà in grado di segnare due reti al leggendario portiere spagnolo Zamora.

«Faiele» Costantino con la maglia della Nazionale, nei primi anni '30

Alla Roma e ritorno

Il campionato, però, non sarà affatto esaltante. Il Bari, nonostante i gol 14 di Costantino e quelli degli attaccanti Scategni (18) e Bottaro (19), concluderà a metà classifica, per via del pessimo rendimento in trasferta. La mancata promozione, accelera la cessione di Costantino alla Roma. Il corteggiamento era cominciato sin dalla stagione precedente, ma il Bari aveva resistito alle lusinghe capitoline. Con la permanenza in Serie B, non fu più possibile negare al Reuccio la possibilità di cimentarsi nella Serie che gli competeva. Costantino viene ceduto alla Roma per 200.000 lire, cifra notevole per quei tempi! Nella Roma, Costantino ci resta cinque stagioni, giocando 157 partite e segnando 41 reti. Ma il richiamo della sua città è troppo forte e Costantino, nel 1935, torna al Bari, dopo aver contratto matrimonio con Titina Tomasicchio, figlia di un noto banchiere barese.


La Serie A con il Bari

L'ultimo periodo alla Roma, era stato meno brillante. Il Reuccio, poco prima del Mondiale del 1934, aveva anche perso la maglia della Nazionale. Fatale gli era stata l'ultima gara giocata, pareggiata per 1-1 contro l'Inghilterra, nella quale sbagliava un gol facilissimo che negava la vittoria agli Azzurri, scatenando le ire dei critici dell'epoca. Al momento delle selezioni per la Coppa Rimet, Vittorio Pozzo gli preferì Guaita. Un vero peccato, per quello che era stato definito da Hugo Meisl, allenatore austriaco (grande amico di Pozzo) "la più forte ala destra d'Europa". A Bari, comunque, Costantino torna ad essere brillante: nella stagione 1935/36, il Bari raggiunge la salvezza grazie ai suoi 8 gol (miglior bottino tra i biancorossi). Nel campionato 1936/37 ne segna 6 in 22 gare giocate. Costantino, oramai trentenne, comincia la sua parabola discendente: nelle due stagioni successive, Costantino segnerà solo 3 gol, in poco più di venti gare giocate. Al termine del campionato 1938/39, Raffaele Costantino si ritirerà dal calcio giocato, totalizzando complessivamente 294 presenze e 87 reti tra Serie A, Serie B e Divisione Nazionale. A queste vanno ovviamente aggiunte le 24 presenze e gli 8 gol in maglia azzurra.

"Ritornare a Bari ed operare un cambiamento straordinario, è stato tutt'uno. «Faele», al quale è stato ridato il grado di capitano della squadra, è ritornato l'intraprendentissima ala di una volta e segna anche dei punti a...ripetizione." (da "Il Calcio Illustrato", 1935)

Allenatore a più riprese

Il presidente Patarino gli propone il compito di direttore sportivo, ruolo che ricoprirà fino a fine anno, quando l'allenatore Kutik sarà sollevato dall'incarico e Costantino, in campo fino a soli sei mesi prima, verrà promosso allenatore. Allenerà a più riprese il Bari, in diversi campionati tra il 1939 e il 1951. Ad egli si deve la ricostruzione del calcio barese, dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale e, soprattutto, il settimo posto nel campionato di Serie A, ottenuto nella stagione 1946/47: un risultato mai più eguagliato, nel corso della lunga storia del Bari. Costantino, in quella stagione, dividerà la panchina con l'ungherese Kutik, che apporterà la trasformazione dal "metodo" al "sistema", già adottato dal Grande Torino.

Insomma, Costantino è stato un protagonista assoluto del calcio barese, al punto da poterlo annoverare, probabilmente, come il più grande calciatore del Bari di tutti i tempi. Il Reuccio si spegne il 3 giugno 1991, nella sua casa a Milano. Già nel 1988, le Poste Italiane lo avevano celebrato con un timbro commemorativo.


Stagione 1931/32: Costantino (a sx), in una sua tipica azione, con la maglia della Roma. L'allenatore austriaco Hugo Meisl disse di lui: "E' la più forte ala destra d'Europa".

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