EDI BIVI, L'IMPLACABILE DAL DISCHETTO
- Mauro Solazzo
- 2 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 4 mag 2020
Gli undici rigori realizzati nella stagione 1984/85 contribuirono alla conquista del titolo di capocannoniere della Serie B e al ritorno dei biancorossi nella Serie A dopo quindici anni.

Molti sono gli attaccanti entrati nel cuore dei tifosi biancorossi, nel corso degli anni; alcuni hanno lasciato il segno, pur non avendo collezionato una lunga militanza nelle fila del Bari. E' questo il caso di EDI BIVI, attaccante friulano classe 1960. Mancino, non troppo prestante fisicamente (178 cm. di altezza e 66 kg. di peso), era rapido in area di rigore e si faceva valere anche di testa. Con il sinistro calciava molto bene le punizioni dal limite ed era implacabile dal dischetto del rigore.
Alla fine, il ruolino di Edi Bivi nel Bari conterà di 24 reti in 78 gare (2 in Serie A e 22 in Serie B), giocate tra il 1984 e il 1987, che lo collocano al 27° posto (in coabitazione con Joao Paulo, Masinga, Sigarini e Fabbri) tra i cannonieri assoluti di tutti i tempi e al 14° posto (al pari di Ferrero) tra quelli di Serie B. Edi Bivi è anche il marcatore della rete numero 1.000 del Bari in Serie B (16 dicembre 1984, Bari - Pisa 1-1).
"Io ho un bellissimo ricordo. Sono stato molto bene. Tra l'altro quando sono arrivato, erano saliti dalla C1, eravamo in B e volevano fare il doppio salto. Fecero una campagna acquisti importante e poi riuscimmo ad ottenere una promozione dalla B alla A. E' stata una bella avventura anche in quell'anno in A, in cui siamo retrocessi, però tutto sommato mi sono trovato bene". (Solobari.it)
Corteggiamento
Non fu una trattativa rapida, quella che avrebbe portato Bivi dal Catanzaro al Bari. I calabresi, nonostante la retrocessione in Serie C1, vantavano il credito dei dodici gol segnati dalla punta in Serie A appena due stagioni prima. E il titolo di capocannoniere conquistato dodici mesi ancora addietro, in Serie B.
Il Mondiale mancato
Già, i dodici gol di Bivi nella stagione 1981/82 in Serie A. Quella che sarebbe potuta essere opportunità, alla fine si rivelò rimpianto. L'infortunio di Roberto Bettega aveva aperto la possibilità anche a Bivi, di ambire a far parte dei 22 azzurri che si sarebbe misurato nel Mundial '82 di Spagna, poi trionfalmente vinto dalla Nazionale italiana. E invece no: il Commissario Tecnico Enzo Bearzot, alla fine, scelse il cagliaritano Franco Selvaggi, che di reti ne aveva segnate solo otto (quattro in meno rispetto al friulano).
“Io ricordo che al posto mio partì per il Mondiale Franco Selvaggi e rimase per tutta la competizione in tribuna. Lo avrei fatto volentieri anche io e oggi sarei un Campione del Mondo. È una cosa che ogni tanto nel corso degli anni mi è passata per la testa, però ormai è andata così e non ci posso fare più nulla. Mi consola e mi inorgoglisce il fatto che io sul campo avevo dimostrato di poter meritare quel posto. Ma le scelte le fanno gli altri e non si può interferire”. (Storie di Calcio)
Trattativa sofferta
Ma questa è un'altra storia e nel frattempo il Catanzaro, nel breve volgere di due stagioni, era precipitato dalla massima serie alla C1. Il Bari dovette vincere la resistenza del presidente del Catanzaro Albano e la reticenza dell'attaccante a disputare ancora una stagione in cadetteria. A limare questo aspetto, ci pensò Alberto Cavasin, terzino biancorosso in vacanza a Lignano Sabbiadoro con la punta, oltre alla mancanza di offerte concrete dalla Serie A (si parlò di un interesse di Fiorentina e Ascoli, mai sfociato in offerta). Per quanto concerne il Catanzaro, Vincenzo Matarrese dovette piegarsi all'esorbitante lievitazione del prezzo operata dal presidente Albano (passato da 1,7 a 4 miliardi nel giro di tre mesi), conscio però di mettere a disposizione del tecnico, Bruno "Maciste" Bolchi, un bomber di sicuro affidamento ed una squadra altamente competitiva.
Il partner ideale
In quel Bari, Bivi trovò il partner ideale: Alberto Bergossi. Attaccante generoso, votato al gioco di squadra, anche Bergossi fu prelevato, dall'Avellino, in quella stessa stagione. I due, raccolsero un bottino di 26 reti segnate: un tesoretto che spinse il Bari verso l'insperata doppia promozione, coi biancorossi in massima serie dopo la bellezza di quindici anni. Furono i venti centri di Bivi, però, a fare la differenza: il mancino si dimostrò soprattutto implacabile dal dischetto, realizzando undici dei complessivi dodici calci di rigore assegnati in quella stagione, e siglando anche alcune pregevoli marcature con punizioni dal limite magistralmente calciate, sempre col mancino. (memorabili quelle contro il Monza e il Genoa).
"Alberto (Bergossi, n.d.r.) era un bravissimo giocatore. Aveva tecnica, fantasia. diciamo era la classica seconda punta tradizionale, come quelle di adesso. Mi sono trovato molto bene, grazie alla tecnica che aveva". (Solobari.it)
Di nuovo in Serie A
La stagione 1985/86, coinciderà per Edi Bivi con l'inizio della fine dell'idillio con la piazza barese. Una stagione complicata e sfortunata, per sé (solo due reti all'attivo, di cui una su rigore) e per il Bari, costretto a precipitare nuovamente in Serie B al termine della stessa. Ma il bomber non riuscì ad esprimere tutto il suo potenziale, anche e soprattutto perché chiuso dal giovane e prestante attaccante inglese Paul David Rideout, arrivato a Bari dall'Aston Villa nello stesso affare che avrebbe portato all'ombra del Petruzzelli il centrocampista Gordon Cowans.
Crepuscolo in biancorosso
L'attaccante andrà via a scadenza di contratto nel giugno 1987, dopo essersi spento progressivamente e aver perso posizioni nelle gerarchie del tecnico Enrico Catuzzi (tornato a Bari e subentrato a Bolchi); addirittura intristendosi ("sto a marcire, qua..." confessò a chi vi scrive, in un fugace incontro per le vie del centro città) fino al maturare la volontà di liberarsi a fine contratto.
Conquisterà nuovamente sul campo, in altre due occasioni, la massima serie (con la maglia della Cremonese e con quella del Pescara), facendolo come meglio gli riusciva: a suon di gol. A Bari sarà ricordato sempre per il titolo di capocannoniere di Serie B (ottenuto sedici anni dopo quello di Mujesan del 1968) e per il suo sinistro tagliente e preciso.

Edi Bivi riceve il premio di Capocannoniere della Serie B 1984/85 (archivio Gianni Antonucci)
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