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LUIGI BRETTI, COME LUI NESSUNO MAI

  • Immagine del redattore: Mauro Solazzo
    Mauro Solazzo
  • 5 mag 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 7 mag 2020

I 70 gol realizzati in maglia biancorossa costituiscono un record saldo e, attualmente, inarrivabile. Unico cruccio, quello di non aver segnato mai in Serie A.

Luigi Bretti, al centro, tra Vinicio Sabbatini ed Elio Canonico: è il 1950 (Archivio Antonucci)

Nel corso di oltre centodieci anni di storia, numerosi sono stati gli attaccanti avvicendatisi nelle fila del Bari. Molti di loro, forti e prestanti atleticamente; alcuni, di assoluto rendimento e spessore tecnico. Tuttavia, colui che detiene il record di marcatore più prolifico assoluto, è un'ala normolinea, che risponde al nome di LUIGI BRETTI. Triestino, classe 1930, Bretti si intreccerà a doppio filo con le vicende del Bari degli anni Cinquanta, contribuendo con le sue marcature (70 gol - 32 in Serie B, 29 in Serie C e 9 in IV Serie - in 208 gare) alla risalita dei biancorossi dagli inferi della IV Serie fino al ritorno alla Serie A.

"Se avesse fatto il calciatore negli anni Novanta, Luigi Bretti sarebbe diventato arcimiliardario. E, con lui, anche le società che avrebbero potuto cederlo. Invece, è vissuto sui campi di calcio quando si incominciavano appena ad intravedere i primi vantaggi economici..."(Gianni Antonucci, "Bari 90 Anni")

In sordina

Al suo approdo nelle fila del Bari, nessuno avrebbe certo immaginato un record così longevo. Fu prelevato appena ventenne nell'estate del 1950 dal Grosseto per 1 milione di lire, in una stagione di rivoluzione (una delle tante della travagliata storia biancorossa) seguita all'amara retrocessione di quella passata alla storia come la "stagione degli scandali impuniti". Federico Allasio (padre della celebre pin-up Marisa, che dopo alcune giornate sarà esonerato) lo fa esordire alla prima di campionato, il 10 settembre 1950 (Pisa- Bari 5-3), ma il triestino dovrà attendere il nuovo anno per segnare la prima rete e cominciare, così, la lunga sequela di gol che durerà per ben sette stagioni (tranne la breve parentesi all'Arsenaltaranto, nella stagione 1951/52). E' il 14 gennaio 1951, la gara è Bari-Pisa, terminata sul 3-5, e Bretti è autore della seconda rete biancorossa. In tutto saranno tre, in questa prima stagione, per diventare 9 in quella successiva, quella che condannerà i pugliesi alla IV Serie a seguito del tanto discusso "lodo Barassi".


Ritorno e risalita

Dopo il fallito pronto ritorno in Serie C e l'aver schivato il commissariamento, il Bari ritrova solidità grazie al neo presidente ed assessore allo sport Achille Tarsia Incuria. Bretti, riacquistato dalla squadra dell'arsenale per 1,5 milioni di lire, torna in biancorosso a furor di popolo. Saranno soldi spesi bene: sin dalle prime giornate di campionato il triestino, che svolge un ruolo di perfetta spalla per il centravanti Raffaele Gamberini, si mostra determinante. Segna 9 reti ma contribuisce molto alle 23 siglate da Gamberini. Dopo una lunga ed estenuante serie di spareggi, il Bari lascia i polverosi campi di IV Serie per riapprodare in Serie C, fregiandosi pure del titolo di Campione d'Italia della IV Serie.


Luigi Bretti abbracciato al portiere Buttarelli, dopo il successo al "Carlo Pranzo" di Lecce per 3-0 del 3 aprile 1955 (archivio Antonucci)

Promozione con titolo di capocannoniere

La stagione successiva, quella del campionato di Serie C 1954/55, costituirà per Bretti probabilmente il punto più alto della sua storia in biancorosso. Il Bari, guidato dall'indigeno Franceschino Capocasale, imbastirà uno strenuo duello per la promozione con il Livorno ed il forte Empoli di Vinicio Viani. A questi ultimi furono fatali proprio gli scontri diretti contro i biancorossi, entrambi persi; nel secondo, giocato a Empoli, sarà proprio un gol di Luigi Bretti, siglato a sette minuti dalla fine, a regalare il successo ai ragazzi di Capocasale. Il numero sette suggellerà la stagione con la doppietta di Sanremo che sancirà l'aritmetica promozione in Serie B: è il 22 maggio 1955. Una stagione da incorniciare per l'ala destra, chiusa con il titolo di capocannoniere di Serie C con 16 gol all'attivo, in coabitazione con il cremonese Guerrino Rossi.


Stagioni interlocutorie in Serie B

Riconquistata la Serie B, il Bari conferma a pieni voti Capocasale in panchina, in quella che sarà una stagione di assestamento. I pugliesi chiuderanno il campionato 1955/56 all'undicesimo posto e lo score di Luigi Bretti segnerà ancora una doppia cifra: 13 gol in 33 partite (su 34) giocate. Alla fine di quel torneo, Franceschino Capocasale chiederà di essere sollevato dall'incarico: al suo posto verrà ingaggiato Federico Allasio, cavallo di ritorno considerato esperto per la categoria. La società, ora, è guidata da Gianfranco Brunetti. Sarà ancora una stagione interlocutoria per il Bari, quella del campionato 1956/57: non per Bretti, che concluderà con un bottino di 9 reti (miglior marcatore biancorosso) in 33 partite.

"Bretti occupava il ruolo di sfondatore, calamitando su di sé, difensori con la consegna del raddoppio e, quindi, facilitando il compito dei suoi compagni.....Pur avendola conquistata a denti stretti, non assaporava il piacere della Serie A. Infatti, a promozione avvenuta, il Bari lo cedeva al Livorno, pur avendo Bretti solo 28 anni." (Gianni Antonucci, "Bari 90 Anni")

Una nuova promozione

La stagione 1957/58, coinciderà con la festa dei 50 anni dalla fondazione del club e il Bari produrrà lo sforzo affinché, a questa, possa coincidere quella per il ritorno in Serie A. La squadra viene pesantemente rinforzata, soprattutto in attacco, con gli acquisti di Paolo Erba e del cegliese De Robertis. Tuttavia Bretti, oramai una bandiera con le sue quasi duecento presenze e i galloni di capitano spesso indossati, viene confermato, se pur relegato ad un ruolo di comprimario. Ciò nonostante, l'ala destra risulterà comunque determinante: con 7 reti in 19 partite, contribuisce alla promozione in Serie A, che il Bari ottiene dopo il doppio spareggio di Bologna e Roma contro il Verona.


Laconico addio

L'attaccante, però, concluderà qui la sua storia con la maglia del Bari. Un addio in sordina, così come era stato il suo arrivo: si pensi che non sarà presente nemmeno al bagno di folla della sera del 25 luglio, quando la squadra (rientrando in treno da Roma, dopo il secondo decisivo spareggio) sarà accolta da una cittadinanza in festa. Bretti non è su quel treno: è partito alla volta di Livorno, già ceduto agli amaranto, per le visite mediche di rito.

Avrebbe meritato un finale migliore "il mulo" (così chiamato per le sue origini triestine), lui che aveva trascinato la squadra dalla IV Serie alla Serie A a suon di gol e che era diventato una bandiera, nel volgere di quasi un decennio. E invece, per via di un destino beffardo, la Serie A non lo vedrà mai protagonista.


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